“LA STAMPA”, Il Papa premia Mattarella [999]

Articolo del 29 maggio 2023, tratto dal link: https://www.lastampa.it/vatican-insider/2023/05/29/news/il_papa_a_matterella_lei_maestro_di_servizio_e_responsabilita-12830476/ . Il titolo all’originale è: «Il Papa premia Mattarella: “Lei maestro di servizio e responsabilità”. Il Presidente: “Devolvere il riconoscimento agli alluvionati dell’Emilia”. Il sottotitolo dice: «Il Pontefice elogia l’operato del Capo dello Stato alla consegna del premio Paolo VI da parte dell’Istituto Paolo VI di Brescia. E ricorda chi si è sacrificato in nome della legalità come Piersanti Mattarella e i caduti nella strage di Capaci».

È un discorso vergognoso, strumentale e chiaramente ispirato all’Agenda 2030, contro il quale ho protestato pubblicamente, pochi giorni fa, con una lettera aperta al nunzio apostolico in Italia. Questa specie di santificazione di Mattarella, poi, non può che rientrare nello schema mentale del Bergoglio, che si inchina alla dea pagana della terra, mentre non si inginocchia davanti all’Eucaristia nel tabernacolo; è il papa non del cattolicesimo, ma di una nuova religione globalista, di cui ormai non fa più neppure mistero.

Il presidente della Repubblica italiana «maestro» e «testimone coerente e garbato di servizio e responsabilità». È l’omaggio che il Papa ha fatto al capo dello Stato, Sergio Mattarella, dopo il conferimento del premio «Paolo VI» da parte dell’istituto «Paolo VI» di Brescia, che il Pontefice ha voluto dare di persona a Mattarella.

Il richiamo a Manzoni

Il Pontefice, nel suo discorso, ricordando quel «grande italiano e cristiano che fu Alessandro Manzoni», ha colto l’occasione per richiamare al valore del servizio: «Il servizio rischia di restare un ideale piuttosto astratto senza una seconda parola, che non può mai esserle disgiunta: responsabilità. Il servizio cammina a pari passo con la responsabilità».

La figura di Montini

«Essa, come indica la parola stessa, è l’abilità di offrire risposte, facendo leva sul proprio impegno, senza aspettare che siano altri a darle. Quante volte, signor Presidente, prima con l’esempio che con le parole, Lei lo ha richiamato! Anche in questo non si può che notare una feconda affinità con Giovanni Battista Montini, che fin da giovane prete fu “educatore di responsabilità”. Da Papa, poi, scrisse che le parole servono a poco “se non sono accompagnate in ciascuno da una presa di coscienza più viva della propria responsabilità”».

Bergoglio, attingendo al discorso di Montini del 1972 ai rappresentanti dell’Unione Europea dei Democratici Cristiani, ha messo in guardia da una tentazione tanto diffusa anche oggi: «Sappiamo bene quanto ciò non sia facile e come la tentazione diffusa, in ogni tempo, anche nei migliori sistemi politici, sia di servirsi dell’autorità anziché di servire attraverso l’autorità. Com’è facile salire sul piedistallo e com’è difficile calarsi nel servizio degli altri!».

Il valore della dignità e del servizio

Dunque, il pontefice ha evidenziato come «oggi il conferimento del premio «Paolo VI» al presidente Mattarella sia proprio una bella occasione per celebrare il valore e la dignità del servizio, lo stile più alto del vivere, che pone gli altri prima delle proprie aspettative».

Il sacrificio di Piersanti Mattarella

Il Papa, nel corso del conferimento del premio ha ricordato l’estremo sacrificio per la giustizia di Piersanti, fratello di Mattarella: «A proposito di responsabilità, penso a quella componente essenziale del vivere comune che è l’impegno per la legalità. Essa richiede lotta ed esempio, determinazione e memoria, memoria di quanti hanno sacrificato la vita per la giustizia; penso a Suo fratello Piersanti, signor Presidente, e alle vittime della strage mafiosa di Capaci, di cui pochi giorni fa si è commemorato il trentennale».

L’urgenza della pace

Nel suo intervento, Bergoglio ha sottolineato l’urgenza della pace: «San Paolo VI sentì l’importanza della responsabilità di ciascuno per il mondo di tutti, per un mondo diventato globale. Lo fece parlando di pace – quanto è urgente oggi! -, lo fece esortando a lottare senza rassegnarsi di fronte agli squilibri delle ingiustizie planetarie, perché la questione sociale è questione morale e perché un’azione solidale dopo le guerre mondiali è veramente tale solo se è globale . Oltre cinquant’anni fa, avvertì l’urgenza di fronteggiare le sfide climatiche, davanti alla minaccia di un ambiente che – scrisse – sarebbe diventato intollerabile all’uomo in conseguenza della distruttiva attività dell’uomo stesso che, spadroneggiando sul creato, si sarebbe trovato a non padroneggiarlo più».

Aldo Moro e la solidarietà

«Il senso di responsabilità e lo spirito di servizio stavano per San Paolo VI alla base della costruzione della vita sociale. Egli ci ha lasciato l’impegnativa eredità di edificare comunità solidali. Era il suo sogno, che si scontrò con varî incubi diventati realtà – penso alla terribile vicenda di Aldo Moro; era il desiderio ardente che portava nel cuore e che espresse nei termini di «comunità di partecipazione e di vita», animate dall’impegno a «prodigarsi per costruire solidarietà attive e vissute» .

Il Papa: «Mi faccio strumento di riconoscenza»

Non sono utopie, ma profezie; profezie che esortano a vivere ideali alti. Perché di questo oggi hanno bisogno i giovani. E sono lieto, signor Presidente, – l’omaggio del Papa a Mattarella – di farmi strumento di riconoscenza a nome di quanti, giovani e meno giovani, vedono in Lei un maestro, ma soprattutto un testimone coerente e garbato di servizio e di responsabilità».

Servizio e responsabilità, due concetti, ha detto il Papa, mai disgiunti: «Il servizio rischia di restare un ideale piuttosto astratto senza una seconda parola che non può mai esserle disgiunta: responsabilità. Il servizio cammina a pari passo con la responsabilità. Essa, come indica la parola stessa, è l’abilità di offrire risposte, facendo leva sul proprio impegno, senza aspettare che siano altri a darle. Quante volte, signor Presidente, prima con l’esempio che con le parole, Lei lo ha richiamato!».

Mattarella: «Onorato e sorpreso»

«Desidero innanzitutto ringraziare Vostra Santità per questa accoglienza. Ringrazio l’Istituto Paolo VI per il conferimento del premio e per la motivazione così generosa che lo accompagna», ha detto il presidente Mattarella dopo aver ricevuto il premio. «Credo di poter confidare che, quando mi è stata comunicata la decisione di conferirmi il premio «Paolo IV», il mio primo pensiero è stato di sorpresa. Naturalmente si è subito affiancato un pensiero di gratitudine per questo riconoscimento di così grande prestigio. Ancor di più ho avvertito un sentimento di riconoscenza al massimo grado nell’apprendere la disponibilità del Santo Padre a consegnarmelo personalmente».

Il presidente: «Devolvete questo premio agli alluvionati»

«Vorrei chiedere all’Istituto Paolo VI di destinare la somma collegata al premio alla comunità intitolata a Giovanni XXIII nata in Romagna. Alcune delle sue case d’accoglienza sono state gravemente colpite dall’alluvione dei giorni scorsi. Penso che con il premio più che la mia personale azione si intenda e si è inteso indicare un modo di interpretare l’impegno nella società e nelle istituzioni che in molti hanno praticato e sviluppato ispirandosi alla visione di Paolo VI e ai suoi insegnamenti, che tante volte ha espressi. E io spero di meritare la valutazione di averli bene interpretati».

Così il capo dello Stato, Sergio Mattarella, nella replica alle parole del Santo Padre in occasione della consegna del riconoscimento.

«Lo straordinario contributo di Paolo VI»

«Credo che questa sia un’occasione per porre in evidenza più che il destinatario del premio la figura di Paolo VI e il suo straordinario contributo alla Chiesa e dalla Chiesa all’Italia e al mondo», ha detto il capo dello Stato, Sergio Mattarella. «Octogesima adveniens, Populorum progressio e il discorso alle Nazioni Unite – ha citato – sono stati fondamentali punti di orientamento per me e una moltitudine di persone».

«Il mio passaggio dalla giovinezza all’età matura»

«Con i suoi insegnamenti – ha proseguito il Capo dello Stato – ha collocato e trasmesso in una visione armonica, chiara e compiuta fede, dignità umana, libertà e pace». «È stato il Papa del passaggio dalla mia giovinezza all’età matura e anche il mio vescovo», ha detto il capo dello Stato ricordando gli anni in cui «ero impegnato nella gioventù dell’Azione Cattolica della diocesi di Roma».

«Per questa ragione e tante altre – ha concluso – avverto in alta misura l’onore di ricevere il premio a lui intitolato e non possono nascondere la commozione per averlo ricevuto dalle mani del Santo Padre».

Gratitudine per il gesto di Mattarella a favore dell’Emilia Romagna

«Intendo esprimere il nostro sentimento di stima e gratitudine al presidente Mattarella per aver deciso di devolvere il premio «Paolo VI» per le nostre case colpite dall’alluvione in Romagna, terra dove è nata la nostra Comunità e dove abbiamo centinaia di strutture di accoglienza. Una straordinaria provvidenza per i tanti poveri e le persone gravemente disabili che accogliamo e che ora sono sfollate. Ricordiamo la sua visita a Rimini per il 50.esimo anniversario della nostra associazione, quando visitò una nostra casa famiglia, vide l’umile dimora del nostro fondatore don Oreste Benzi ed incontrò le ragazze liberate dalla schiavitù della tratta». È quanto dichiara Matteo Fadda, neo-presidente della Comunità «Papa Giovanni XXIII», eletto ieri a Rimini.

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