ASSOLANI, Per una visione cristiana della società umana [994]

Riflessione del dott. Stefano Assolani, del … .

Ciò che distingue la concezione cattolica di società dalle altre concezioni (liberale, marxista, strutturalista, ecc.) è la sua finalità spirituale. Oltre a soddisfare i bisogni primari della persona, la società deve anche, anzi soprattutto, proteggere e promuovere alcuni valori fondamentali come il diritto alla vita, alla dignità, alla famiglia, al lavoro, alla proprietà, e via dicendo. Non sempre, però, si pone l’enfasi in ciò che costituisce il fine ultimo della società: la vita virtuosa in comune, in altre parole, una vita terrena che prepari l’uomo per il Cielo.

Nei disegni della provvidenza vi è una relazione intima fra la vita terrena e la vita eterna. La vita terrena è la via, la vita eterna è il fine.

Solo nella misura in cui noi amiamo le realtà terrestri somiglianti al Cielo, ci prepareremo per andare in Cielo.

Quaggiù, sulla Terra, abbiamo una porzione di cose che, sebbene non siano identiche, sono simili al mondo angelico. Per esempio, il modo in cui conosciamo l’anima di un’altra persona. Sulla Terra non c’è la visione beatifica, ma ci sono analogie.

Questo universo è una sorta di fotocopia di un altro universo, molto più perfetto, che è quello angelico.

La creazione umana è la provincia, la capitale è la creazione angelica e tutto ciò che succede nel Cielo è necessariamente un modello per noi.

Per esempio, un Governo deve possedere tutti i predicati necessarî per essere la causa delle qualità che un Popolo deve avere. In una società, il Popolo delle classi intermedie partecipa, in qualche modo, al Governo e, quindi, possiede questi predicati per essere, ognuno nella propria proporzione, causa delle qualità della società nel suo insieme.

In una Civiltà cristiana, l’autorità non governa tanto in virtù di un vincolo giuridico quanto in virtù dell’impulso verso l’alto che dà all’insieme della società. In una Civiltà cristiana, quanto più forte è tale impulso, tanto più solida sarà l’autorità. In una Civiltà cristiana, oltre ai compiti concreti, le cariche dello Stato hanno una funzione simbolica, spirituale, e devono essere occupate da persone che meglio le rappresentino o le incarnino.

Da ciò possiamo dedurne una teoria di governo, una teoria sul modo di essere della società umana. La più alta forma di movimento nella società è intendere pienamente e volere intensamente, molto più che agire.

La più alta funzione di governo sarebbe quella di stimolare l’intendere e il volere dei cittadini; in altre parole, stimolare la loro comprensione di Dio e delle cose divine, e la loro voglia di elevarsi fino a esse. È così che la società umana diventa angelica.

Non si tratta solo di considerare la bellezza angelica in tesi, ma di applicarla poi all’ordine del creato.

I criteri per giudicare un Governo dovrebbero essere: che cosa ha creato? Che cosa ha sostenuto? Che cosa ha mosso nella società?

«Siate perfetti com’è perfetto il Padre vostro che è nei Cieli», ci ha ammonito nostro Signore Gesù Cristo. Il modello di perfezione verso cui la società umana deve tendere non si trova quaggiù: dobbiamo mostrare, prima di tutto, come la società organica debba tendere al meraviglioso.

Una società organica, e a fortiori una Civiltà cristiana, è necessariamente gerarchica, composta cioè da gerarchie armoniche che, di grado in grado, ci portano verso l’alto.

Gli attributi degli angeli sono eminentemente aristocratici. Tanto quanto il demonio è volgare, l’angelo è invece nobile. Gli uomini devono tendere verso l’aristocrazia degli angeli e quindi verso il sacro.

Lo spirito aristocratico suppone movimento verso la sacralità che poi impregna e traspare dalla persona. Questo spirito è frutto della virtù, che poi, quando la persona conserva l’innocenza, predispone alla santità.

Ritengo impossibile parlare di società organica se non prendiamo in seria considerazione il discutere di problemi politici, sociali ed economici senza una tendenza a perfezionarsi spiritualmente e socialmente. La Civiltà cristiana si definisce propriamente per questa tendenza a superarsi, partecipando a un livello superiore. Trasmette, comunica, esprime ciò che la tende interiormente, senza dubbio per un dovere di giustizia e di amore, verso Dio. E questa funzione esecutiva comporta un aspetto militante, ed è naturale che nella tensione ad Esso, i compiti svolti saranno di un brillio, di uno splendore, di una dignità proporzionata al Re che stanno servendo.

Così la corte celeste funge da modello per tutte le corti terrestri, indicando il bisogno di un protocollo, di una gerarchia, di una diversificazione delle funzioni.

Pensiamo alla corte per la Regina Angelorum, e la venerazione dei suoi sudditi è di una bellezza che non si può descrivere; San Luigi Maria Grignion de Montfort dice addirittura che gli angeli supplicano la Madonna di «onorarli con i suoi ordini».

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